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NEWPORT, 2001
appunti di viaggio
:: 22.11.01 ::
Direi che allo stato attuale mi trovo
nel Regno Unito, in particolare a Newport, una ridente cittadina industriale nel
Galles dove l'unica cosa da vedere è il sole, quel giorno durante l'anno in cui
emerge dal muro delle nuvole, perenni, dense e nere.
No, beh, dimenticavo, c'è un'altra cosa da vedere. Il mio albergo.
Il mio albergo, si chiama Celtic Manor, è un albergo molto particolare.
Indubbiamente uno degli hotel più belli che mi sia mai capitato di vedere,
sicuramente il più affascinante. E'stato ristrutturato da un indigeno che,
avendo venduto alla Alcatel la sua fabbrichetta per 5000 (cinquemila) miliardi
qualche anno fa, non sapeva veramente cosa diavolo fare dei suoi soldi, e
quindi, ossessionato dal golf, ha deciso di ricostruire l'albergo più bello del
Galles ed il suo bel green attorno. Avete presente una cattedrale nel deserto?
Ecco. Anzi, avete presente l'albergo di Shining? Uguale. Questo, in effetti, è
il problema. Ma non ci puoi fare niente, ogni dettaglio ti ricorda quel posto,
le gemelle, le biciclette, eccetera.
L'immensa struttura è situata in cima ad una collina, anzi la domina,
satanicamente, la sovrasta, le incute timore insomma. Lo stile è quello del
maniero (da cui il nome) inquietante di suo, già da tempo presente tra gli
stereotipi cinematografici dei ragazzini come noi, generazione X, cresciuti da
Psycho in poi con l'idea che da posti come questi non può davvero mai saltare
fuori niente di buono, che il minimo sono urla, lacrime, sangue, refrain
satanici, e morte.
Il posto è enorme.
Il posto è enorme, e completamente vuoto. Non c'è nessuno. Mai.
La hall è immensa, alta otto piani, vuota. Del ristorante non si vede la fine,
qualche commensale in fondo, vuoto. Il bar, e la sala da ballo, beh, quelli
fanno persino ridere. Sono quelli dove Jack Nicholson amava sollazzarsi in
compagnia del solo barista, in preda ai suoi deliri (o forse erano i nostri
deliri?). Comunque, quelli. Stanze immense, vuote. Corridoi infiniti, dove
cammini, davvero, guardando l'orologio quando parti, e guardandolo ancora quando
arrivi.
Bene. Ieri sera ero molto stanco. Dopo
una cena di quelle complete, con tutte le portate, mi sono trasferito al bar,
per farmi un bicchiere di porto. Immaginate la scena: io ed il barista al
bancone, a parlare del passato eccetera. Attorno a noi, un'orchestrina di due
elementi che suonava ottimo jazz, per noi, per me, per lui e soltanto per noi.
Stanco e ubriaco me ne vado in stanza, enorme. Sul tardi spengo la luce per
addormentarmi. Mi sento più solo del solito, in questo posto. Ho mangiato tanto
e bevuto troppo, e nel sonno le pago tutte, insomma non sto bene già di mio,
comincio a girarmi nervoso nel letto, la mia mente comincia a viaggiare, a
crearsi le sue paure, i suoi piccoli incubi, l'albergo aiuta, eccome, quei
corridoi, quegli spazi grandi e vuoti, il buio. Quella che è chiamata
normalmente paranoia. Sono quasi al limite, sto per uscire dal mio incubo in
quella specie di dormiveglia in cui stavo vegetando, quando suona il telefono.
Il telefono? Alle tre di notte? Nessuno
sa che sono qui, in questo albergo, al massimo mi chiamano al cellulare. Veloce,
rispondo, al massimo della coscienza, sussurro gentile: "Si?"
"JUICY LEMON!"......tu...tu...tu...tu...tu...
Avrei voluto poter vedere la mia faccia. Già rovinata dai crampi
dell'indigestione e dagli incubi, qualcuno mi chiama al telefono nell'albergo di
Shining e mi dice con tono cattivo Juicy Lemon.
Terrore. Che cosa diavolo vorrà dire Juicy Lemon? Mi vanto di conoscere lo
slang, ma Juicy Lemon non l'ho mai sentito. Limone succoso, va bene. D, hai
mai letto di un serial killer che prima di uccidere chiamava le proprie vittime
e gli diceva Juicy Lemon? L'hai mai visto in nessun film? Non ti ricordi?
Sicuramente quei camerieri giovani, francesi, che ti hanno servito a cena.
Quelli ti hanno visto, sanno il tuo numero di stanza, sanno che sei solo, che
non opponi resistenza. Sono qui apposta, lavorano in alberghi diversi in giro
per l'Europa, finchè una sera non trovano la vittima, la scelgono, la chiamano
al telefono della stanza, le dicono Juicy Lemon e poi la uccidono a coltellate
nel sonno. Tanto sanno come entrare nella stanza, il passe-par-tout.
Ho capito, mi vogliono uccidere.
Mi alzo, sfatto, vado verso la porta, chiudo a chiave. Senz'altro non basta, mi
dico. Il passe-par-tout. Prendo allora una di quelle poltrone grandi e la metto
sotto alla maniglia della porta. Dovrei essere al sicuro.
Me ne torno a letto.
Mi riaddormento per la stanchezza, poi
dopo un'ora, assetato, mi prendo una bottiglietta di minerale dal minibar, ne
bevo metà e la lascio sul comodino. Mi riaddormento, sono le quattro.
Alle cinque, ci siamo. Quello che avevo immaginato sta accadendo. Qualcosa di
grosso, comunque, sta accadendo. Una sirena mi silura l'orecchio destro, una
voce nel silenzio delle cinque di mattina urla, calma e decisa "Ladies and
gentlemen! Give me your attention please! A fire's been noticed in the
hotel! Please get out of your room now and don't use the elevators!".
Ci siamo, penso, quei bastardi dei camerieri francesi, non riescono ad entrare e
mi vogliono snidare, vogliono farmi uscire, poi mi uccidono. Mi alzo, per andare
comunque incontro al mio destino, vado verso la porta, poi torno indietro, mi
metto giù un pò piu dignitoso per andare incontro alla morte, un paio di jeans,
una camicia, la sirena continua a rompermi i timpani, la voce sempre più forte,
sempre più ordini, presto, uscite. Apro la porta, sicuro di trovare i francesi.
Hanno fatto suonare la sirena nella mia stanza per tirarmi fuori. Apro, ed esco.
Il corridoio è vuoto, nessun francese. La sirena si sente in tutto il corridoio.
Sto per scendere, con calma. Un tipo nella stanza davanti esce, nudo in mutande,
e con una faccia non descrivibile. Ci guardiamo entrambi, senza nessuna
intenzione.Mentre fisso il tipo nudo, tutto finisce. La sirena tace, la voce
tace, rimango nel corridoio in jeans e camicia, io e il tipo nudo. Lui è
più furbo di me, chiude la porta e se ne torna a letto.
E io pure. Chiudo la porta a chiave,
tranquillo, vado verso il letto, ma manca qualcosa. La bottiglia.
La bottiglia che avevo messo sul comodino non c'è più. Ero sicuro, l'ho messa
li, mezza piena, certo. Non c'è piu. I francesi. Bastardi. Un avvertimento. Per
questa volta non ti uccidiamo, ma avremmo potuto farlo, siamo stati di fianco al
tuo letto e abbiamo preso noi la bottiglia. Terrorizzato, mi scaravento nel
minibar. Manca una bottiglia, cerco in bagno, sul tavolo, no...i francesi sono
proprio stati qui, l'ho scampata. Sono ancora vivo. Cerco la bottiglia, ovunque.
Poi con la coda dell'occhio, mentre metto sottosopra la stanza, la vedo, sotto
il letto, era caduta dal comodino, devo essermi agitato nel letto.
Niente da dire, crollo sulle lenzuola.
Il resto lo sapete, se potete leggere questo. Sono vivo.
E i francesi...i francesi non li ho ancora visti, stasera.
D
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